"Il trend dei salari nei due anni dell'uscita dalla crisi"
Kristopher Richer - Analista Fiscale ECA International - presenta, sttraverso il Salary Trens Survey, i principali dati rilevati nel 2013 e le prospettive per l'anno in corso.
hi provvede alla gestione delle retribuzioni degli espatriati dovrebbe mantenere sotto controllo i livelli salariali dei Paesi in cui assegna i propri lavoratori, indipendentemente dal metodo di pagamento utilizzato. Sia che si applichi l'home-based o eventualmente l'host-base approach, sia che si applichi qualsiasi altro metodo per remunerare lavoratori distaccati all'estero, è necessario monitorare i cambiamenti dei livelli salariali locali, per verificare se il sistema salariale in vigore continua a soddisfare gli obiettivi e le politiche dell'azienda.
La rapida crescita economica e l'inflazione, in generale più elevata nei Paesi in via di sviluppo, spesso danno luogo a un aumento dei salari locali molto più rapidamente che altrove. Per esempio, in Cina i salari stanno aumentando ad un ritmo due volte superiore rispetto che negli Stati Uniti e, come abbiamo evidenziato nella nostra recente indagine National Salary Comparison (scaricabile dalla sezione Risorse sul sito www.eca-international.com), se il trend attuale dovesse continuare, il potere d'acquisto dei lavoratori cinesi potrebbe risultare, entro il 2017, maggiore rispetto a quello degli americani. Se una società non riesce a monitorare e reagire al cambiamento delle dinamiche salariali locali, potrebbe dover affrontare ripercussioni negative sulle proprie capacità di attrarre e trattenere i talenti di cui necessita per una crescita a livello internazionale.
Attraverso l'indagine sui trends salariali ECA ha chiesto alle aziende quali aumenti salariali sono stati concessi ai lavoratori locali durante l'anno 2013 e cosa intendono riconoscere per l'anno in corso. Nel 2013 i salari in tutto il mondo sono aumentati, in media, circa del 5,8%, (dato leggermente inferiore rispetto alle previsioni fatte, quando le società erano state intervistate l'anno precedente, per le previsioni 2013). Il fatto che queste società stiano anticipando anche per quest'anno lo stesso tasso di crescita complessiva, sembra indicare che, anche se cautamente, pensano stia ritornando la stabilità nel mondo dell'economia. Ancora una volta, quest'anno, i maggiori aumenti salariali sono stati concessi da aziende dell'America Latina. Ma mentre i lavoratori in Argentina e Venezuela hanno ricevuto nel 2013 un aumento dei salari pari a circa il 25% e si prevede di assistere anche per il 2014 al mantenimento degli stessi tassi di crescita, è probabile che l'inflazione intacchi in parte o totalmente questi incrementi. Per approfondire, riportiamo di seguito ulteriori
dati rilevati in tali aree.
AMERICHE
In America Latina i salari sono aumentati in media del 10,8%, il tasso più elevato fra tutte le regioni rilevate. Questo è in larga parte dovuto ai livelli inarrestabili dell'inflazione che hanno spinto i salari in Argentina e Venezuela. Considerato il 2014, le aziende di quest'ultimo Paese prevedono di poter accordare un aumento complessivo del 26% sebbene in alcuni casi siano prevedibili incrementi spettacolarmente alti, fino al 40%. Mentre non si è assistito ad aumenti altrettanto elevati in Brasile, Cile, Colombia e Perù (quest'ultimo pubblica per la prima volta uno studio in merito), gli incrementi sono comunque risultati più alti che in molti Paesi europei e si prevede che siano tali anche per il 2014. Al contrario, le previsioni fatte dalle società che operano negli Stati Uniti e in Canada indicano che gli stipendi nel 2014 aumenteranno di un valore molto più basso, intorno al 3%. Si tratta dello stesso tasso di aumento del 2013 ed è assimilabile ai livelli applicati nell'Europa Occidentale.
EUROPA
Nel 2013 il maggiore aumento in Europa è stato rilevato in Ucraina, Turchia e Russia. In questi Paesi i lavoratori hanno ricevuto un aumento medio superiore all'8%. Tuttavia, la lenta crescita economica di molti Paesi e una complessiva incertezza diffusa nell'Eurozona hanno contribuito a un basso incremento salariale rispetto ad altre zone. In quest'area, nel 2013, si è registrato un aumento salariale totale del 3,6%; questi incrementi sono stati leggermente inferiori rispetto alle previsioni. I tassi di inflazione e gli aumenti salariali rimasti bassi hanno avuto ripercussioni negative sul potere d'acquisto e sulla fiducia dei consumatori. Vale la pena notare che sebbene il blocco dei salari non sia più così generalmente diffuso nel mondo, questa situazione rimane invariata in Grecia e Irlanda. Anche se molte aziende non avevano anticipato il congelamento dei salari quando è stato richiesto l'anno precedente, più o meno il 20% delle società ha finito per applicarlo nel 2013. La prospettiva per il 2014 sembra tuttavia migliore: meno del 10% di queste società prevedono il congelamento dei salari per l'anno in corso.
ASIA AREA PACIFICO
In Asia i salari sono aumentati nel 2013 mediamente del 7,2% in tutta la Regione. Anche se questa percentuale è ancora alta rispetto alla media globale, resta comunque inferiore di circa lo 0,7% rispetto alle previsioni indicate dallo studio dell'anno precedente. Il rallentamento nella crescita dell'economia cinese, insieme alla riduzione degli investimenti previsti in generale nei Paesi asiatici da parte di Stati Uniti e altri Paesi sviluppati, hanno senza dubbio contribuito a ridurre l'incremento rispetto alle previsioni. I maggiori aumenti in Asia sono stati accordati da società pachistane (13,6%) seguite da quelle indiane e vietnamite. In Australia gli aumenti salariali hanno raggiunto, nel 2013, una media del 4% annuo.
MEDIO ORIENTE e AFRICA
In Medio Oriente le aziende hanno assegnato lo scorso anno un aumento salariale medio del 4,7%. Marginalmente si attendono aumenti maggiori per il 2014, con la previsione più elevata per l'Arabia Saudita e quella più bassa per Israele. Delle società intervistate che operano in Africa, quelle di Nigeria ed Egitto hanno riconosciuto, nel 2013, gli aumenti salariali più elevati.
Effetti dell'inflazione
Se si considerano gli aumenti salariali senza tener conto dell'inflazione si può avere un'idea distorta di come apparentemente si siano avvantaggiati i lavoratori di certi Paesi. Mentre le società in Venezuela l'anno scorso hanno riconosciuto aumenti salariali considerevolmente generosi, l'inflazione li sta superando con valori attorno al 12,9%, facendo sì che nel Paese i lavoratori subiscano una sensibile reale riduzione del potere di acquisto. Se a prima vista gli aumenti degli stipendi reali in Argentina sembrano attestarsi su un più favorevole 13,5% ciò è dovuto al fatto che questa cifra si basa sull'inflazione ufficiale. Tuttavia, analisti indipendenti fissano l'inflazione al 25% circa – molto più elevata, quindi, rispetto al 10,5% ufficiale – livello che potrà pertanto annullare completamente gli alti aumenti salariali riconosciuti.
In India e nei Paesi Bassi il tasso di aumento salariale rilevato nel 2013 è molto differente: le società indiane hanno registrato un incremento dell'11% mentre quelle dei Paesi Bassi hanno concesso un aumento del 3%. Tuttavia, in entrambi i casi i tassi di incremento sono solo marginalmente più alti dell'inflazione.
Aumenti in "termini reali" estremamente bassi sembrano essere un tema comune in Europa dove i lavoratori, in un gran numero di Paesi, tra cui Austria, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Romania, Spagna e Regno Unito hanno visto un aumento al di sotto dell'1%. In confronto, alcuni dei maggiori aumenti in termini reali – di almeno il 5% - sono stati applicati in economie in via di sviluppo come Cina, Pakistan e Ucraina. In Ucraina l'inflazione è diminuita significativamente negli ultimi anni. Attualmente, secondo le cifre del FMI, è pari a zero e i lavoratori nel Paese hanno assistito a un aumento salariale in termini reali del 9,3%. Si tratta del dato più elevato dello studio (se vengono prese in considerazione le cifre non ufficiali ma sicuramente più realistiche sull'inflazione, quando si stimano gli aumenti salariali reali in Argentina).
Prospettive sui settori industriali
L'indagine di ECA sui trends salariali include anche l'analisi dei risultati secondo i vari settori industriali. In alcuni Paesi la variazione può essere abbastanza sorprendente. In Vietnam per esempio c'è una differenza del 3,7% sull'aumento salariale tra il settore con il più alto aumento mediano, il Manifatturiero & Beni di Consumo, e il settore con l'aumento mediano più basso, Ingegneria & Tecnologia. Mentre, nel Regno Unito, è stato registrato un aumento, che include anche il merito, del 3% in tutte le industrie. Facendo una campionatura dei Paesi, il grafico sopra mostra come gli aumenti salariali, incluso il merito, per i lavoratori del settore Trasporto & Logistica, è paragonabile al trend generale del Paese.
Nei Paesi sviluppati come Austria, Regno Unito e USA, quando presente, la variazione è minima. Tuttavia, nelle economie in via di sviluppo come Cina, India e Thailandia c'è una tendenza differente per cui l'aumento mediano per i lavoratori nel settore Trasporto & Logistica è minore rispetto alla media del Paese. Il fatto che i salari siano frenati in questo settore ad alto consumo di carburante, per un gran numero di Paesi, si può spiegare, con tutta probabilità, perché
legato ai costi molto elevati dell'energia degli ultimi due anni, combinati ad una diminuzione dei livelli del commercio mondiale.
continua nel prossimo numero con le previsioni per l'anno in corso