Focus Europa: salari nazionali a confronto
di Andrea Rastelli
Nel corso degli anni le tipologie di delocalizzazione del personale all’estero sono andate via via aumentando, mettendo i professionisti esperti di Global Mobility nella condizione di dover affrontare sfide sempre più difficili al fine di saper rispondere nel miglior modo possibile alle richieste delle aziende clienti.
È cresciuta di conseguenza la necessità di conoscere appieno non solo le diverse tipologie di pacchetti di espatrio, ma anche e soprattutto il mercato di riferimento in cui ci si ritrova ad operare. Diventa perciò essenziale analizzare tutte le possibili variabili che caratterizzano il mercato e che condizionano la scelta da un lato dell’azienda, interessata a trovare la soluzione che limiti maggiormente i costi legati al distacco e dall’altro del dipendente, interessato ad aspetti sia puramente quantitativi quali retribuzione ed indennità, sia qualitativi quali ad esempio la qualità della vita in un determinato Paese.
L’indagine proposta nel seguente articolo si focalizza su una variabile che deve essere considerata al momento della costruzione del pacchetto di espatrio poiché contribuirà ad influenzare la scelta dell’espatriato; il potere d’acquisto.
Capire il livello di potere d’acquisto garantito da un determinato salario locale è indispensabile per essere sicuri che la risorsa sarà sufficientemente incentivata ad accettare la proposta di distacco.
Dai dati ECA International viene presa come campione di riferimento la posizione di middle manager (80 ECA Points) operanti in 10 paesi Europei; il relativo potere d’acquisto è calcolato tenendo in considerazione le seguenti variabili:
- Retribuzione annua lorda media (dati forniti da Willis Towers Watson)
- Retribuzione annua netta equivalente
- Indici ECA di Cost of living (COL) applicati ai salari netti per calcolare il relativo potere d’acquisto
Circa i salari dei dipendenti locali confrontati in termini di relativo potere d’acquisto, si evince che in Europa è la Svizzera il Paese dominante in tal senso; il potere di acquisto di un middle manager è infatti di poco superiore ai 75.000€ a fronte di una RAL di 139.000€ circa.
I dati relativi all’Italia invece non sono molto confortanti: essa si posizione in terzultima posizione in questa classifica e la situazione non migliora se si amplia il numero di paesi campione e li si estende all’intera Europa. In tal caso infatti la posizione italiana rientrerebbe sempre nella parte bassa della classifica, seguita solamente dai paesi dell’est Europa, dalla Grecia e dal Portogallo. A chiudere la classifica è l’Ucraina, dove ad un salario lordo di circa 16.000€ corrisponde un potere di acquisto di poco inferiore ai 21.000€.
Entrando nel dettaglio con l’analisi, risulta chiaro come non sia esaustivo soffermarsi alla sola retribuzione lorda come indicatore di benessere poiché quest’ultima non mostra cosa si possa effettivamente acquistare con un determinato salario.
Il maggior salario lordo offerto in Belgio confrontato con la stessa posizione in Spagna potrebbe essere sicuramente più attraente in termini di incentivo all’espatrio per il lavoratore; in realtà, a causa delle imposte elevate e della differenza di COL, il potere d’acquisto in Belgio è pressoché identico a quello portoghese, sebbene ci siano circa 20.000€ di differenza nel salario lordo annuo.
Tutto ciò si traduce nel fatto che un portoghese possa non essere incentivato a muoversi in direzione Belgio anche qualora ricevesse un discreto aumento retributivo. L’indagine vuole dunque dimostrare che focalizzarsi unicamente sulla retribuzione è spesso una approssimazione superficiale e che un analisi più approfondita consentirà di tenere in considerazione un maggior numero di elementi, quali ad esempio appunto il potere d’acquisto o il COL, che assumono una notevole importanza al momento della costruzione di un pacchetto di espatrio.