Manager stranieri e personale di alta qualifica in Italia - di Valentina Bilotta Responsabile del Dipartimento Immigration di ECA Italia e EKS

Le possibilità di crescita di un Paese dipendono "anche" dalla capacità di attrarre talenti o comunque persone che possano contribuire positivamente all'economia nazionale: è risaputo che l'Italia è un Paese che non sa attrarre talenti, ma qualcosa sta cambiando. L'importanza del lavoro in Italia di manager e personale di alta qualifica è finalmente oggetto di una speciale normativa, che troverà declinazione non più soltanto in materia di immigration ma anche sotto il profilo fiscale. 
 
Procedure per l'ingresso ed il lavoro, vecchie e nuove 
Le normative che regolano l'ingresso in Italia di personale extracomunitario hanno trovato una complessiva normalizzazione e regolarizzazione nel caso dei lavoratori altamente qualificati, a parte le perduranti difficoltà burocratiche che si manifestano nonostante la buona volontà dimostrata da molti degli uffici preposti. I provvedimenti più recenti hanno obiettivamente privilegiato l'ingresso di lavoratori extracomunitari particolarmente qualificati. Come noto, per dirigenti e personale altamente qualificato l'ingresso era stato possibile in passato quasi soltanto attraverso il distacco temporaneo dalla consociata estera all'Italia (intracompany transferee), applicando in particolare alcune delle fattispecie previste dall'art. 27 del testo unico (TUI n. 286/98, modificato dalla L. 189/02). Ma da qualche tempo a questa soluzione – ormai tradizionale, che però penalizza le aziende ancora fuori dai gruppi internazionali – si è affiancata la cosiddetta Blue Card UE, introdotta con decreto legislativo n. 108/12, derivante dalla Direttiva 2009/50/CE del Consiglio Europeo, del 25 maggio. Con tale dispositivo si è permessa, fuori quota, l'assunzione diretta in Italia di personale extracomunitario altamente specializzato. 
La possibilità di applicare questa norma è assai ampia, sia perché lo sviluppo delle istituzioni scolastiche ha fortemente ampliato in tutti i grandi Paesi anche extraeuropei (assai più che 1 in Italia ) la platea dei laureati (prima condizione necessaria per ottenere la Blue Card), sia perché in Italia il trattamento retributivo minimo richiesto (seconda condizione) è comparativamente piuttosto contenuto (circa 26.000 euro lordi annui). Va notato comunque che in Italia la soluzione della Blue Card non è ancora uscita da una fase di iniziale rodaggio. ECA Italia, durante il recente convegno, grazie alla relazione sia del Ministero dell'Interno che di manager specializzati nelle soluzioni previste dalla normativa interna per l'ingresso di stranieri in Italia, ha cercato fra l'altro di renderla facilmente e pienamente accessibile, approfondendone tutti gli aspetti procedurali e rimuovendone gli ostacoli.
 
Un nuovo incentivo fiscale, per gli stranieri di alta qualifica
Il convegno di ECA Italia si è incentrato anche su di un altro importantissimo aspetto che dovrebbe favorire l'assunzione di quei lavoratori stranieri di alta qualifica. L'articolo 16 del D.Lgs. n. 147 del 14 settembre 2015 , entrato in vigore il 7 ottobre 2015, afferma che il reddito di lavoro dipendente prodotto in Italia da lavoratori che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato, concorre alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 70% del suo ammontare al ricorrere di alcune condizioni quali la non residenza nei 5 anni precedenti l'assegnazione in Italia oltre ad un ruolo di spicco da ricoprire in Italia coordinato con un rilevante livello di qualifica. In base a quanto indicato dal decreto le disposizioni previste si applicano a decorrere dal periodo di imposta in cui è avvenuto il trasferimento della residenza in Italia e per i successivi 4 anni. Questa norma agevolativa, a differenza di quella prevista dalla legge 238/2010 sul ritorno di giovani talenti, sembrerebbe in generale applicabile anche ai lavoratori extracomunitari di alta qualifica. La norma del 2010 prevedeva sconti ben maggiori(80% per le donne e 70% per gli uomini, ma solo sui redditi di lavoro e per massimo 3 anni), ma è risultata scarsamente applicata tant'è che ne è stata prevista l'abrogazione dal 31 dicembre 2015.
In attesa dell'emanazione del decreto applicativo e nella speranza che lo stesso non introduca troppe complicazioni burocratiche, questa nuova agevolazione viene a correggere un grave handicap che comparativamente danneggiava l'Italia rispetto a quasi tutti gli altri paesi europei che da tempo prevedono importanti agevolazioni fiscali per i lavoratori stranieri di alta qualifica.
 
Ecco una tabella illustrativa delle principali agevolazioni fiscali previste negli altri Paesi europei che oltre allo scopo di incentivare l'ingresso nel Paese di alte qualifiche, vogliono anche tenere conto delle maggiori spese sostenute dagli immigrati per effetto del trasferimento.