Imposte, il Messico cambia musica
Roberto Aiza Haddad - Partner di A&A Asesores Internacionales e Partner messicano di Global Tax Network - presenta le principali novità in materia fiscale in vigore dal 2014 in Messico. Dall'imposta sul reddito, all'IVA, alle disposizioni per i non residenti, al capital gain.
L'8 settembre 2013 il governo messicano aveva presentato alla Camera dei deputati un disegno di legge in materia fiscale che conteneva diversi emendamenti. Il provvedimento è stato approvato dai due rami del Congresso ad ottobre, e le novità fiscali sono entrate in vigore nel gennaio di quest'anno. Ecco alcune delle modifiche più rilevanti approvate, novità che consideriamo di particolare interesse:
Nuova legge dell'imposta sul reddito
La legge relativa alle Imposte sul reddito in Messico, in vigore nel 2013, è stata sostituita da una nuova normativa per eliminare vari regimi preferenziali e trattamenti fiscali speciali. Tuttavia, buona parte delle disposizioni contenute nella normativa 2013 sono state mantenute.
Imprese
L'aliquota dell'imposta sul reddito societario rimane al 30%. Il decreto prevede l'eliminazione di alcuni incentivi fiscali tra i quali: l'accelerato ammortamento fiscale degli investimenti, la deduzione fiscale immediata per i terreni, la deduzione dei costi stimati per gli imprenditori edili e la deduzione delle spese stimate per le risorse e i beni a lungo termine (long term assets) e per i contractors. La nuova normativa stabilisce inoltre alcune limitazioni sulle detrazioni per le imprese in relazione ai salari e alle altre remunerazioni che si qualificano come reddito esente per i lavoratori (bonus obbligatori di fine anno, straordinari, retribuzioni variabili, spese previdenziali). In particolare, stabilisce che il datore di lavoro può detrarre solo fino a un massimo del 47% del reddito esente riconosciuto ai lavoratori. Allo stesso modo, proibisce la deduzione di somme riferite alle royalty e agli interessi, quando tali pagamenti sono ascrivibili a riallocazione di profitti. Dall'altro lato, anche se il disegno di legge elimina il regime di consolidamento fiscale, viene introdotto un nuovo sistema che permette una tassazione di gruppo, anche se con certe limitazioni. Prevede anche modifiche al sistema di credito fiscale estero. In particolare, indica una limitazione sul credito diretto e stabilisce che le tasse pagate all'estero vengano chiaramente identificate con quelle del Paese in cui viene generato il relativo reddito.
La nuova norma fiscale stabilisce inoltre che la base di calcolo, ai fini della partecipazione agli utili dei dipendenti, sia la stessa di quella utilizzata per determinare l'imposta sul reddito dovuta (tranne in caso di perdite operative nette). D'altra parte è previsto un ulteriore 10% di imposta sul reddito in relazione ai dividendi distribuiti a personale messicano e/o a persone fisiche o giuridiche non residenti. L'imposta sui dividendi è imputata al beneficiario e quindi trattenuta dalla società distributrice di dividendi stessi.
Una disposizione transitoria stabilisce che la trattenuta di detto 10% sulla distribuzione di dividendi e utili verrà applicata solo ai profitti generati dalla società distributrice di dividendi a partire dal 2014. Allo stesso modo, tale disposizione stabilisce che le società devono mantenere un conto economico fiscale netto per il 2013 (CUFIN, dall'acronimo spagnolo "Cuenta De Utilidad Fiscal Neta") e crearne uno nuovo a partire dal 2014.
Dal momento che questa imposta è riscossa attraverso una trattenuta, il tasso di ritenuta ridotto in virtù dei trattati in vigore per evitare la doppia tassazione può essere applicato direttamente dal sostituto d'imposta, considerato che la legge sull'imposta sul reddito locale (Mexican Income Tax Law) prevede l'applicazione di tassi ridotti solo in virtù di trattati sulla ritenuta delle imposte. Tuttavia, visto che esiste un nuovo requisito per l'applicazione dei benefici previsti dal trattato sulla doppia imposizione, questi dividendi devono essere tassati direttamente al beneficiario perché sia possibile fruire di tali agevolazioni (il che potrebbe rendere difficile ottenere gli sgravi concessi in Paesi che hanno un regime di partecipazione esentasse).
Questa imposta sulla distribuzione dei profitti viene applicata anche ai capitali che organizzazioni con sede permanente in Messico trasferiscono alla propria casa madre o società capo-gruppo. Nel caso del regime fiscale preferenziale accordato alle "maquilladora" (stabilimenti industriali posseduti o controllati da soggetti stranieri), la definizione cambia ai fini dell'imposta sul reddito. Pertanto, questi soggetti possono essere qualificati come tali solo nel caso in cui almeno il 90% della produzione venga esportato. Devono inoltre soddisfare altri requisiti come ad esempio
l'uso di fixed assets forniti da soggetti non-residenti.
Persone fisiche
Il tasso massimo dell'imposta sul reddito per le persone fisiche messicane, a partire dal 2014, è salito al 35%. Allo stesso modo, secondo la riforma fiscale, le deduzioni applicabili alle persone fisiche messicane, allo scopo di determinare il reddito annuale, sono state limitate. Il disegno di legge stabilisce che anche la vendita di azioni da parte di persone fisiche messicane, attraverso la Borsa, non sarà più esentasse. Verrà applicata un'imposta del 10% sui guadagni ottenuti.
Non residenti con fonti di reddito in Messico
In linea con il regime proposto e applicato per i soggetti messicani, il limite del regime di imposizione fiscale applicabile alle fonti di reddito è aumentato al 35%. Di conseguenza, è importante determinare il tasso fiscale specifico applicabile a ogni tipo di fonte di reddito messicana generata da non residenti. La percentuale del 4,9% per la ritenuta alla fonte applicabile a pagamenti di interessi provenienti da fonte messicana – fatta alle banche residenti in uno Stato contraente (treaty country) – è stata inclusa nella nuova legge come provvedimento annuale e subordinato al rispetto dei requisiti stabiliti dal trattato fiscale applicabile. Così come è previsto che la banca corrispondente sia il beneficiario effettivo degli interessi in questione. Inoltre, nella riforma fiscale è stato eliminato l'obbligo di registrazione per le banche non residenti, obbligo precedentemente necessario per usufruire del tasso ridotto. In linea con il regime proposto applicabile ai soggetti messicani, la vendita di azioni nella Borsa messicana non sarà più esentasse e verrà applicata una imposta sul reddito del 10% sui guadagni ottenuti. Tuttavia sono esenti da questa imposta i residenti di un
Paese con cui il Messico ha un trattato definito per evitare la doppia tassazione, purché provvedano ad informarne l'intermediario sotto giuramento. Nella procedura sono stati introdotti numerosi emendamenti che consentono di determinare i guadagni in questi particolari casi. Il disegno di legge stabilisce infine che, per i non residenti, per poter beneficiare dei trattati fiscali, sia richiesta la presentazione di nuove informazioni sui proventi. Pertanto, le autorità fiscali potranno richiedere ai non residenti di dimostrare che i redditi percepiti sono soggetti a tassazione nel loro Paese di residenza nei casi in cui la transazione è eseguita tra dette parti in causa.
Imposta sul valore aggiunto
Il disegno di legge proposto elimina l'11% di IVA applicabile nei casi di transazioni tra residenti in regioni di confine. Per questo tipo di transazioni sarà applicato il tasso generale del 16%. Imposta flat e imposta sui depositi cash Dal 1 gennaio 2014 sono state eliminate le imposte flat tax (Single Rate Business Tax) e l'imposta relativa a cash deposits.
Nota: nel disegno di legge vi sono cambiamenti significativi che non è possibile analizzare in poche pagine; è possibile quindi che il presente documento non riporti qualche importante cambiamento che potrebbe essere di interesse per alcuni settori operanti nel Paese.